EMERGENZA CORONAVIRUS
Il 'Sacro Cuore' nei giorni del Coronavirus
Il Direttore Scientifico della struttura 'Sacro Cuore', lo psicologo Bruno Marchi ci parla della situazione nell'istituto in questo difficile monento
Fasano - L'Opera Don Guanella a Fasano, presente sul territorio dal 1934, è una istituzione nel vero senso della parola.
Al tempo del Covid-19 la struttura educativa “Sacro Cuore”, voluta e realizzata da Don Sante Perna, tenace sacerdote fasanese, non sta venendo meno al suo mandato originario, vocazionale ed istituzionale, appunto, e pertanto continua ad ospitare una ventina di minorenni, provenienti da tutta la regione, suddivisi tra le due comunità educative “Agorà” e “l'Argonauta”. Tra queste bambine e bambini, tra queste ragazze e ragazzi, ve ne sono molti con alle spalle storie difficili che già li hanno segnati nonostante la giovanissima età. Tra loro, quindi, c'è chi è stato abbandonato; chi ha uno o entrambi i genitori detenuti o tossicodipendenti o psichiatrici; chi è stato abusato o maltrattato; chi porta con sé le stigmate del disagio psichiatrico; chi ha commesso uno o più reati. Tutti, comunque, bisognosi di accudimento e protezione per consentire loro di riprendere un corretto e sano cammino evolutivo verso la maturità di persone adulte ed inserite nel contesto sociale.
I minori ospiti sono collocati in comunità dai servizi sociali territoriali di riferimento di solito su disposizione della Autorità Giudiziaria Minorile che emettendo l'opportuno provvedimento cerca di tutelare il minore interessato. Sono seguiti da educatrici ed educatori professionali che in questo periodo di eccezionalità, dovuta alla pandemia da Coronavirus, con spirito civico e deontologico continuano a prestare servizio al fianco dei loro ragazzi. Oltre agli educatori i minori sono seguiti da una equipe di specialisti (assistente sociale, pedagogista, neuropsichiatra, arteterapeuta, psicoterapeuta, psicomotricista ecc.) che coadiuvano i religiosi guanelliani nella programmazione e gestione della complessa struttura educativa.
Dallo scorso 1 marzo, per prevenire e contrastare la diffusione del Sars-Cov 2, nessuno dei minori ospiti ha più fatto rientro a casa così come sono state sospese tutte le visite dei familiari. Anche le funzioni religiose aperte ai fedeli sono state sospese, così come in tutte le chiese e parrocchie, al fine di evitare qualsiasi tipo di rischio.
Ma le misure di contenimento non si limitano solo a questo. Gli operatori sono stati forniti di Dispositivi di Protezione Individuali, quali mascherine e guanti. Inoltre, a giorni un'azienda specializzata sanificherà l'interno e l'esterno della struttura, asfalti compresi. Lavoro che andrà ad aggiungersi alla quotidiana igienizzazione di tutti gli ambienti.
In questo periodo, che si cerca di affrontare nel migliore dei modi possibili, non mancano le problematicità più direttamente legate al lavoro di assistenza educativa in quanto tale. Infatti, in ragione di precise disposizioni della Regione Puglia fino al 31 marzo prossimo non è possibile procedere con nuove accoglienze di minori in comunità. Ciò comporta diversi risvolti delicati, compresi quelli economici, sopra ai quali comunque prevalgono quelli legati al bisogno insoddisfatto di aiuto da offrire ai minori che si trovano in situazione complicata dagli eventi della vita a livello sociale o familiare. Purtroppo, ad oggi sono ben cinque le richieste di nuovi inserimenti in comunità ai quali non è possibile dare corso. Questo stato, sicuramente eccezionale, crea non poco imbarazzo e frustrazione in quanti – servizi sociali e Tribunali per i Minorenni in primo luogo – sono bloccati nell'espletamento di una parte importante delle loro funzioni che coincide con la loro mission professionale: aiutare chi è in difficoltà.
Ma come trascorrono le loro giornate i minori ospiti del “Sacro Cuore” in queste settimane particolari?
Innanzitutto anche loro sono in costante collegamento da remoto con i loro insegnanti e la loro classe. Naturalmente, nello svolgimento dei compiti e nello studio sono supportati dagli educatori. Assolto il dovere scolastico ad ognuno, ovvero in piccoli gruppo, nel rispetto del distanziamento sociale, viene assegnata una mansione: dalla manutenzione dell'orto a quella della serra; dalla produzione di lavori di piccolo artigianato all'aiuto nella preparazione dei pasti o di leccornie quali focacce o dolci. Non mancano momenti di riflessione e raccoglimento ed attività culturali quali letture e commento in gruppo oppure visione di film e successivo dibattito.
Queste giornate molto intense e pregne di impegni quindi non sono avvertite come lunghe o noiose pur, di fatto, rappresentando una recrudescenza della istituzionalizzazione ed un'ulteriore separazione dagli affetti familiari presso i quali non possono fare rientro e che si cerca di compensare con una maggiore frequenza dei contatti telefonici. D'altro canto, non va sottovalutata l'ansia che vivono i genitori dei ragazzi ospiti del “Sacro Cuore” nel sapere il figlio o la figlia lontano, sebbene in un luogo che si cerca di tenere nella massima sicurezza sanitaria possibile. Anche loro, i genitori, sono quotidianamente bombardati da notizie che la cronaca di queste settimane dedica quasi esclusivamente alla pandemia in corso.
I vari decreti che si sono succeduti in materia di contrasto alla diffusione del Coronavirus hanno sempre previsto, com'è naturale che sia, il mantenimento dei servizi residenziali da rendere alle fasce della popolazione più deboli o fragili: dagli anziani ai disabili, dai pazienti psichiatrici ai minorenni. Ma prima ancora che fosse decretata la restrizione dei movimenti sul territorio, questa scelta operativa era già stata fatta dalla Direzione della struttura, al fine di tutelare la salute psicofisica dei minori ospiti. Ciò in linea con il mandato educativo ed assistenziale che da quasi novanta anni, ormai, caratterizza il “Sacro Cuore” di Fasano.
Bruno Marchi
Psicologo Psicoterapeuta, Direttore Scientifico "Sacro Cuore"
di Redazione
25/03/2020 alle 05:10:31
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